Chi ha avuto modo di conoscere Michael Schumacher non può che avere tanti ricordi nel cuore, ricordarli non può che suscitare grande emozione
Gli appassionati di motori che hanno avuto modo di seguire da vicino i trionfi di Michael Schumacher non possono certamente non riconoscere il suo innato talento, che ha avuto davvero pochi eguali nella storia. Tra le sue caratteristiche distintive c’era certamente la determinazione, che gli ha permesso di esaltare al massimo le potenzialità delle monoposto che ha guidato.
Condividere con lui il box non è stato comunque sempre semplice, soprattutto perché le scuderie tendevano a mettere sempre lui in primo piano, per questo c’è stato chi ha faticato ad accettarlo. Nonostante questo, chi lo ha conosciuto da vicino non può che avere un ricordo speciale nel suo cuore, che resta indelebile anche a distanza di tempo.
L’incidente sugli sci in cui è rimasto coinvolto Michael Schumacher ormai dieci anni fa non ha certamente contribuito a diminuire l’affetto nei suoi confronti, anzi. Questo non vale solo per gli appassionati, ma anche per chi ha avuto modo di conoscerlo bene in pista e fuori,
Un ricordo speciale legato a Schumacher
È il caso di Fernando Alonso, che ha avuto il tedesco come compagno di squadra in un periodo in cui lui era ancora agli inizi della sua carriera, per questo è stato più che naturale considerarlo un esempio a cui ispirarsi.
“Quando io correvo nei kart Michael era già in Formula Uno – sono state le parole dello spagnolo a DAZN Spagna -. Quando i stavo avvicinando al debutto in Formula Uno lui stava già dominando nella categoria, è stato in quel momento che ho iniziato a notare tutto di lui, come si vestiva, come rispondeva, come si comportava. Lui è diventato per me una fonte di ispirazione. Ritrovarmi a lottare con lui ogni domenica è stato speciale”.
Nonostante l’ammirazione, rimasta inalterata, nemmeno nel periodo in cui Alonso e Schumacher erano compagni di squadra è nato tra loro un rapporto di amicizia. Il tedesco, infatti, non è mai stato uno abituato a dare grande confidenza a chi era vicino a lui, salvo poche eccezioni.
“Era molto freddo, manteneva sempre le distanze e cercava di intimidire – ha detto ancora Alonso -. Era un ragazzo davvero duro in tutto, non solo in pista a livello sportivo, ma anche fuori. Anch’io ero competitivo, soprattutto nella fase iniziale, per questo siamo arrivati a scontraci spesso. La rivalità era nota, ma lui prendeva tutto alla lettera. Anche in occasione dei briefing finiva per guardarti in modo piuttosto strano. Fare una conversazione con lui era piuttosto difficile”.
Averlo come compagno di squadra è stato comunque un’occasione di crescita importante, che l’asturiano riconosce ancora oggi: “Ho vinto i titoli con lui in pista, quello è un ricordo che porterò sempre con me. Nel momento in cui sono arrivato in Formula Uno mi sono preparato al giorno in cui avrei avuto una macchina come la sua. Ho studiato Michael e Hakkinen, che stavano dominando con Ferrari e McLaren, vederli mi ha permesso di capire in cosa dovessi migliorare. Il titolo che ho conquistato nel 2005 è stato il frutto di un lavoro svolto nel corso degli anni, tutt’altro che casuale”.
